Il legno che cigola ed i tendaggi impolverati si accoppiano
magnificamente con i nodi alla gola dei debuttanti agitati; le ultime
direttive vengono impartite dal regista e gli ultimi ritocchi sono opera
della truccatrice, i tecnici del suono e delle luci fanno le ultime
prove, mentre gli interpreti rileggono la loro parte sul copione : tutto
non nasconde l’enorme ansia che pervade corridoi spogliatoi e meandri
del teatro.
Ma c’è un luogo dove tutti si calmano e non sono le
quinte, bensì il palcoscenico , naturalmente con il sipario aperto ed il
pubblico seduto.... In attesa dell’ inizio, gli spogliatoi sono
intasati e tutti i costumi sono rigorosamente ordinati sui loro
appendini, chi entrerà nel secondo atto riposa sui divani ..... ormai
manca poco al primo campanello...
Il pubblico è già seduto, ma il
sipario è ancora chiuso, quelli che saranno in scena per primi, ormai
vestiti, camminano nervosamente e sgranocchiano qualche caramella o
sorseggiano un po' di vino, al secondo campanello il rito, classico tra
gli attori, che funge da buon augurio per la rappresentazione ; e così
sul palco con il sipario chiuso un battito di mani e un grido che
assorda: “...mer...”..... beh interrompo quì, ma l’avrete capito: è a
fin di bene.....
Poi il terzo campanello, si spengono tutte le
luci e si rimane da soli con i propri abiti di scena, pervasi di
pensieri, ripetendo mentalmente le battute, attenti al momento fatidico
in cui dovremo mostrarci alla gente. Emozioni , balli improvvisati,
sensibilità che si tocca con mano, sentimenti che svolazzano, un
susseguirsi di parole sussurrate da un attore all’altro su argomenti
impensabili: l’asilo dei figli, la vicina di casa che canta di notte e
ancora la salatissima multa affibiata da un vigile mentre si andava in
bicicletta.....è il nostro turno, si quasi, al rumoreggiar dei gabbiani
dovremo entrare, il grido andrebbe rifatto ma non è il caso e .... via è
ora di entrare....
Tutto secondo copione, poi la fine del primo
atto scioglie qualche nodo alla gola, specie nei debuttanti e si
sorseggia qualcosa per ingannare il tempo e inumidire la bocca che era
secca come non mai: almeno ci fosse un atto unico... e lo pensano in
molti.
Il secondo atto inizia e subito si nota che non è come il
primo, scorre veloce, con meno tensione: ma il nervosismo bussa di nuovo
e si accomoda nei corpi ormai stanchi e sudati degli attori quando il
protagonista rimane solo sul palco per l’ultima scena: sanno tutti che
il momento successivo saremo tutti di fronte agli spettatori per gli
applausi: in cuor nostro speriamo solo che siano meritati... sempre che
ce ne siano.....
Sipario ...... applausi....e la cosa si ripete
alcune volte..poi entriamo uno per volta.... è andata anche questa...
tutti felici e pieni di un qualcosa che non si può descrivere ma che dà
la spinta per una nuova rappresentazione e poi un’ altra e un’altra
ancora e poi.... e poi un nuovo spettacolo da partorire pian piano come
un figlio, nelle lunghe serate di prove in attesa di un nuovo grido
liberatorio.... 6 marzo 1997